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Il primo uso massiccio dei gas asfissianti fu fatto dalle truppe tedesche durante la I Guerra mondiale nella battaglia di Ypres. Le truppe alleate dovettero quindi ideare un sistema difensivo contro tali attacchi, equipaggiando i propri soldati con maschere sempre più efficaci. Tale sviluppo proseguì anche negli anni successivi alla Grande Guerra e dopo i vari esperimenti, nel 1935, l’esercito italiano decise di adottare il nuovo modello T35. La maschera esposta ha un facciale in gomma di un colore marrone con due oculari in metallo verniciato di marrone graffati al facciale in modo da rendere stagna la maschera. In prossimità del naso, c'è la valvola di sfiato, formata da una griglia svitabile e una valvola in gomma adatta solo ad espellere il respiro.

Per fissarla al volto, la maschera è dotata di cinque cintolini, quattro elastici sui lati e uno cucito sulla fronte che, grazie ad una fibbia permette di adattare la maschera alla grandezza della testa. Sulla sinistra del facciale di gomma sono presenti le stampigliature della marca e del modello, oltre alla taglia. La stella a cinque punte indica che la produzione è ad opera della Pirelli. Le maschere erano fabbricate in tre taglie, I, II e III. Nel lato opposto vi è impresso invece il codice della maschera. Il filtro è composto da una scatola di forma cilindrica verniciata in marrone con un avvitatura superiore, ed uno sfiato sul fondo, sigillato da un pezzo quadrato in tela cerata che al momento dell'uso veniva strappato. Se l'uso del filtro non era prolungato, questo poteva essere riutilizzato, bastava tapparlo con il tap-petto di gomma apposito che è attaccato al bordo del filtro tramite un pezzetto di corda.

Maschera antigas T35

Per approfondimenti bibliografia nr. 39

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