All’inizio del1934 fanno la loro prima apparizione, in Italia e nei territori d’oltremare, le nuove uniformi indossate dagli appartenenti di ogni Arma, Corpo e grado dell’Esercito e dagli allievi degli istituti militari, di ogni grado.
Uno degli elementi più innovativi è l’abolizione del classico copricapo, sostituito dal berretto piatto, di tipo anglosassone.
L’occhio del cittadino, assuefatto alla giubba dal colletto diritto e chiuso nonché all’alto berretto a “tubo”, ultimo retaggio del romantico chepì, rimane sfavorevolmente impressionato dal tono piuttosto “borghese” e molto meno marziale della nuova tenuta.
I più diretti interessati non tarderanno, però, a cogliere gli aspetti più positivi di queste innovazioni particolarmente rispondenti, come testualmente specifica la premessa alle aggiunte e varianti del Regolamento che fissa i nuovi modelli, a criteri di semplicità e di adattamento alle diverse esigenze del servizio.
Contemporaneamente viene adottata anche la risorgimentale feluca, corrusa d’argento, nella grande uniforme (parimente esposta nell’ambito del percorso).
Negli ambienti militari più tradizionali i nuovi copricapi sono accolti con molte riserve: alcuni Generali dell’Esercito, prossimi al collocamento a riposo, infatti, chiedono ed ottengono di continuare ad indossare la vecchia uniforme.
Il berretto esposto, perfettamente conservato, apparteneva al Generale di Brigata Pietro BOCCHIO.
Berretto del Generale di Brigata
Per approfondimenti bibliografia nr. 113