Tamburino della Legione Truppe Leggere
Anche nella Legione Truppe Leggere, come in tutti i reparti dell’Esercito piemontese, le battute regolamentari di tamburo regolavano le operazioni interne di caserma e quelle esterne “sul campo” quali adunata, disunione, allarme, ritirata serale, il passo, la corsa, la marcia al campo e la marcia funebre. La “battuta di tamburo” era il sinonimo del segnale che si dava percuotendo con apposite bacchette e il suono di tale strumento non era il prodotto del sapiente gioco di varie tonalità, che esso non poteva rendere, ma si governava in maniera esclusiva, dalla maggiore o minore forza e frequenza dei colpi. Il tamburo veniva preferito ad altri strumenti per la qualità del suono, per la facilità con cui si poteva apprenderlo e suonarlo, per la resistenza eccezionalmente lunga che poteva consentire ai suonatori, di sostituirsi l’un l’altro, senza che il suono cessasse o i suonatori si stancassero eccessivamente.
Nel 1776 il quadro organico delle due compagnie costituenti la Legione Truppe Leggere prevedeva 6 suonatori. Nel 1785 i centri più importanti in cui prestava attività la Legione erano Casale (Piazza militare ove vennero costituiti fisicamente i primi Reparti della Demi-Légion légere), Voghera, Nizza Monferrato, Chambery e più tardi Mondovì. I suonatori venivano prevalentemente inquadrati in quei reparti che non erano impegnati nei distaccamenti, ma che svolgevano servizi di presidio o venivano impiegati per la guardia d’onore a qualche importante personaggio della Corte in visita a questi centri.
Per approfondimenti bibliografia nr. 10